Berlusconi (B) in Libia incontra Gheddafi (G)
G: Di nuovo qua, è l’unico che convinco sempre.
B: Maledetto pazzo, sto qui a sudare per un poco di gas e mi sputano in faccia a casa, poi durante l’inverno tutti vicini ai propri termosifoni. Ingrati.
G: Come posso farmi sdoganare in Europa e nell’Occidente se preferiscono addirittura Putin a lui? Cioè, Putin è più come dire, morigerato. Che mi tocca fare per tenere il potere.
B: Sorridiamo va, che ci faccio qua tutto solo? Quanto è ridicolo e come veste male, è venuto a Roma con una foto sul petto, era meglio se si metteva il catalogo di postalmarket, anzi della Standa.
G: E’ proprio basso questo palazzinaro. Però che paese l’Italia. Uno così che diventa il padrone di tutto. Una persona così banale e ignorante. Beh pensandoci bene è così simile a me.
Scena: posa della prima pietra della ferrovia.
B: Per quei maledetti fascisti ci tocca pagare un conto assurdo. E non ci guadagno niente. Beh si, qualche barcone in meno. Ma qui non si possono far vedere le tette in TV, ma che cazzo ci sta a fare questo paese nel mondo?
G: Che godimento, ti piace il gas? Paga, e paga pure i danni di prima. Lo so tanto che stai pensando. Che sono un beduino. Intanto tu paghi. Poi pare che sono soldi tuoi, sono gli italiani che pagano. Anche quelli che mi odiano.
B: Aveva ragione Craxi il fascismo è male tanto quanto il comunismo. E se un giorno invadono Casoria? Speriamo di no. Gli inglesi poi, hanno liberato un terrorista per il gas, e se la prendono tutti con me. Non è che mi manca qualcosa in politica estera, mica pensano che sono stupido?
G: Passerò alla storia con le foto di Berlusconi. Ho dato le onorificenze anche a Sgarbi, Andreotti, e invece mi tocca lui. E’simpatico, l’unico che almeno un poco mi considera. Ma è un infedele.
B: Appena torno straccio tutte le foto di questo incontro, ma i capelli non se li lava mai? Puzza Gheddafi, tutti lo sanno ma nessuno lo dice.
Scena: Tripoli sera, residenza del Primo Ministro Italiano.
G: Ancora qua a fare foto, non ti mando più sporchi neri sulle tue coste e ti lamenti pure?
B: Ma quando se ne torna nella sua tenda? Perché non mi lascia respirare? In Vaticano litigano tra loro, Feltri dice di non conoscermi e pensa pure che qualcuno ci crede. Mi vogliono mettere in croce per un poco di sesso e Fini che diventa comunista. Tutta invidia. Li difendo dal terrorismo. Faccio fare contratti miliardari all’Eni e poi tutti a domandarsi quando cadrò. Mai è la risposta.
G: Mi tocca torturare questi neri. Non perché mi piaccia farlo. Ma voglio vedere fino a che punto sono così ipocriti gli italiani e gli europei. Mi deridono, mi sputano in faccia, ma non posso fare a meno di me. E vediamo se mi dicono qualcosa sulle mie torture. Cosi falsi e ipocriti.
B: Tanto lo so, passerò alla storia per le donne e i vizi, non per i termosifoni caldi d’inverno. Non vedo perché dovrei cambiare, per un poco di riconoscenza? E lui, non è una punizione per la mia vita?
G: Ti saluto amico della Libia, abbiamo fatto tanto insieme e la Libia ti è grata per i tuoi sforzi.
B: Grazie alla Libia e alla sua volontà di fare parte di un mondo libero dal terrorismo e incamminato sulla via della giustizia sociale.
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