"Il profilo e' mio, ma il manifesto lo ha messo un altro"
Il 29 agosto Alberto Semenzato, vicesindaco di Mirano e assessore alle politiche sociali ha fatto outing e ha ammesso di essere lui il titolare del profilo Facebook associato al manifesto tarocco sulla tortura agli immigrati. A detta del vicesindaco, quel manifesto scottante non ce l'ha messo lui, ma un ignoto hacker che gli ha rubato la password.
E qui scatta la domanda che finora nessun pennaiolo ha saputo fare: ma perche' quando e' scoppiato il casino quel democraticissimo e tollerante vicesindaco non ha recuperato la password (procedura semplicissima), non ha tolto l'immagine, non ha bloccato quel profilo, non ha lanciato allarmi, ne' ha pensato di fare o dire qualcosa di diverso dal niente per vari giorni?
Il profilo della "Lega Nord Mirano" creato da Semenzato risultava associato ad una donna nata nell'84 perche' la lega e' un sostantivo femminile ed e' stata fondata nel 1984. Questo sprazzo di romantica poesia nel celebrare la nascita del suo partito femmina ci spinge a concedere il beneficio del dubbio: magari Semenzato non e' un razzista, tutto sommato non si puo' escludere che possa essere semplicemente un fesso tecnoanalfabeta. Ma questo non ci fa dormire affatto piu' tranquilli. Chiunque abbia studiato le leggi sulla stupidita' di Carlo Maria Cipolla sa benissimo che lo stupido e' piu' pericoloso del bandito.
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