Io vignettista antirazzista autore del presunto manifesto leghista
Ebbene sì, l’autore del presunto manifesto leghista sulla tortura degli immigrati sono io: un vignettista antirazzista. Il problema del mio mestiere è proprio che la realtà supera la satira, e quella che nel 2004 era nata come una provocazione per sbeffeggiare l'estremismo padano, oggi risulta verosimile. E allora fermiamoci un attimo e stiamo ai fatti. Nel 2004 all'interno del portale pacifista peacelink.it parte un progetto di manifesti elettorali taroccati realizzato a quattro mani con Carlo Gubitosa come risposta alla noiosa retorica della propaganda dei partiti.
Il bersaglio era la cultura di guerra e violenza che pervadeva (e pervade) il sistema dei partiti. Così con Carlo (che da tempo fa satira assieme a me su giornali come Liberazione e siti come http://www.mamma.am/) abbiamo reinterpretato i manifesti elettorali pubblicati dagli schieramenti politici in lizza per le europee dell'epoca, svelando su ogni manifesto i "pensieri proibiti" e i desideri inconfessabili dei partiti.
Era maggio del 2004 e non immaginavamo che questo sasso mediatico sarebbe rimbalzato nello stagno della rete per cinque anni, fino a perdere tutto il suo slancio paradossale per trasformarsi in un messaggio credibile, come se nel 1933 avessimo fatto un manifesto finto in cui si proclamava la superiorità della razza italiana con toni alla Guzzanti di "Fascisti su Marte" per poi essere presi sul serio dalle leggi razziali del 1938.
Era un progetto reale di comunicazione grafica pacifista che voleva svelare la violenza della comunicazione politica e la sua assurdità. Un progetto contro le parole e gli slogan violenti, che si è trasformato in una cartina di tornasole sulla pericolosa deriva razzista del paese, come a dire "attenzione, quello che oggi è paradosso tra qualche anno potrebbe diventare una idea plausibile e perfino una legge dello stato".
Nel 2004 quel desiderio inconfessabile di "difendersi" dagli immigrati spingendosi fino alla tortura preventiva era la sintesi del cuore oscuro che pulsava dietro le iniziative politiche della Lega Nord in tema di tortura (in Italia non è ancora reato grazie all'opposizione della Lega), immigrazione (legge Bossi/Fini) e legittima difesa (trasformata in legittima offesa con licenza di uccidere per assecondare gli istinti pistoleri del popolo padano).
Ora è probabile che questo gruppetto di facebook banalmente lo abbia trovato su google images e acchiappato, magari non conoscendone neanche la provenienza. Ma la la trasformazione dell'impossibile paradosso satirico in un plausibile slogan estremista è un segnale culturale, sociale e politico ancora più inquietante e come accade nel nostro paese a tutti i seri segnali d'allarme, probabilmente verrà ignorato.
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