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Allevamenti industriali: fabbriche di virus

27 agosto 2009 - Paolo De Gregorio
Fonte: riflessioni personali

Non mi stanco di denunciare le follie del modo industriale e globalizzato di produrre i cibi di cui ci nutriamo, il modo intensivo di produrre le carni, con centinaia di migliaia di maiali, vitelli o polli reclusi e stipati in gabbie, nutriti e abbeverati con sistemi automatici, cresciuti a forza di antibiotici per prevenire le malattie e aumentare il peso (il 70% degli antibiotici impiegati negli Stati Uniti viene somministrato ad animali sani per contrastare gli effetti della scarsità di igiene e del sovraffollamento).

Da queste condizioni di estrema concentrazione e di scarsa igiene, stanno nascendo virus nuovi, che già uccidono le persone. I CDC (Center for Diseases Control) stimano che ogni anno due milioni di persone contraggono una infezione resistente agli antibiotici e 80.000 ne muoiono.
Oggi i sistemi industriali di gestione degli animali e dei liquami degli allevamenti sono una pericolosissima bomba ecologica che può colpire soprattutto quel miliardo di esseri umani, soprattutto in Africa e Asia, concentrati nelle periferie urbane, in condizioni biologicamente vulnerabili (malnutriti) e in condizioni igienico sanitarie pessime, non raggiungibili da vaccini o medicine.
Le multinazionali che in maggioranza gestiscono queste imprese parlano di una domanda di mercato delle carni in grande aumento e questo è il metodo per soddisfare la richiesta.

Come al solito, la grande assente è la politica che, quando si tratta di mettere regole alla economia, guarda da un’altra parte, non previene i disastri, e poi accolla alla spesa pubblica il peso dei danni che potevano essere evitati.
La crisi finanziaria, nata negli USA dalle truffe di istituti di credito ai danni di istituzioni finanziarie di mezzo mondo, è nata dal non rispetto delle regole (la famosa deregulation), dalla mancanza dei controlli delle istituzioni politiche, e poi i soldi per rimediare sono venuti fuori dai bilanci dello Stato.
I truffatori e i fabbricatori di virus possono dormire tranquilli, le sorti del mondo le decidono loro.

Chi parla di contenimento delle nascite, sviluppo sostenibile, autosufficienza alimentare ed energetica di ogni nazione, fonti rinnovabili, piccolo e diffuso modo di produrre sia cibi che energia, è solo un innocente sognatore, e non so quanto tempo ancora ci vorrà per capire che è questa l’unica strada da percorrere.
Ma capitalisti e preti sono in trincea affinché nulla cambi, e noi siamo liberi di crepare di qualche “pandemia”, magari programmata, dove si salvano solo i più ricchi.
Paolo De Gregorio

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