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Tutto è come sembra

26 agosto 2009 - tabagista

Era passato un pò di tempo.
Il mondo era un posto fantastico in cui vivere.
Come ogni giorno i cittadini dell' umanità erano sereni e gratificati e il paesaggio non era da meno.
Quei nazisti con la fissa della purezza dell' ambiente avevano trasformato il mondo in un' intera chiazza verde asettica, inquietante, quasi irritante.
I cittadini dell' umanità si rifornivano ai distributori automatici di verità assolute.
Qualunque cosa: filosofia, religione, questioni amorose, grane famigliari, tutto veniva chiarito da questi meccanici dispensatori di felicità.
Il dubbio non esisteva più, il senso critico ancor meno.

Pochissime persone avevano insistito ad avere dei dubbi, per qualche motivo adoravano la loro condizione di infelicità.
La nuova società non era violenta, era pacifica. Questi zelanti conservatori del dubbio si erano auto-esiliati in una piccola isola.
Nella loro isola lo stato di natura regnava, avevano provato a mettere in pratica tutti i libri che avevano divorato sull' illuminismo, il razionalismo, il socialismo liberale, la democrazia partecipata.
Ormai invidiavano perfino la democrazia formale. Accidenti, era gente che aveva studiato nelle migliori scuole ma regnava il caos e la legge del più forte prevaleva su tutto.
Hobbes si faceva quattro risate.

Intanto nel mondo nuovo filava tutto liscio.
Le associazioni non avevano più motivo di esistere, i partiti, i sindacati, le religioni organizzate, tutto dissolto.
Ognuno era dio di sé stesso, ognuno aveva la sua verità, tutti autonomi e appagati da questa strana libertà.
L' individualità di ognuno non si annullava per seguire qualche folle utopia o ideale.
Venivano ricordati con orrore gli assembramenti di milioni di persone, in cui migliaia di ego si confondevano con la massa.
In tram quando si stava in più di 10 ognuno teneva ad ostentare la sua personalità con gesti eclatanti.

Anche i tabù erano svaniti, l' ultima censura risaliva a cent' anni fa. E a quel tempo ogni persona sensata di mente la trovò giustificata
In quest' idilliaco paradiso, autori satirici, sciacalli che aspettavano una tragedia per ricamarci su battute di repertorio, non avevano posto.
Questi profeti del dubbio pronti ad irridere ogni tragedia che non li riguardasse da vicino non avevano più motivo di esistere.

La pace era in terra, le ingiustizie erano scomparse, i tabù sessuali annullati. La peggior battuta sull' incesto e la pedofilia coprofaga non destava più sgomento o scandalo.
Sepolcri imbiancati raccontavano storielle licenziose sul papa e la merda, al tè delle 5 o al Rotary, mentre camerieri bianchi servivano vecchi di colore.
Non esistevano conservatori e progressisti.
L' equilibrio aureo tra le due forze che teneva il mondo al riparo dal caos era svanito.
Nessuno ricordava come successe, i libri di storia non menzionavano nulla a riguardo.

Nauseati dalla mielosa armonia autori satirici e monologhisti libertari compirono una serie di attentati per terrorizzare la città, per scuotere quel torpore che pareva avesse divorato ogni mente.
Migliaia di persone morirono negli attentati ed ognuno pianse i propri morti con discrezione.
Il governo del mondo, cioè l umanità tutta, costantemente inter-connessa non abbozzò alcuna reazione.
Ovviamente tutti gli indizi portavano all' isola degli esiliati, gli unici sospettati.

L' uomo nuovo non viaggiava, non ne sentiva la necessità.
Perciò gli aeroporti erano deserti, così come le chiese, i parlamenti e i musei.
Le verità assolute che ingurgitavano, di cui erano composti (90 percento di dogmi, 10 percento di acqua), avevano elevato l' uomo a nuova condizione.

I terroristi, forse per deformazione professionale, non rinunciavano al loro umore satirico.
Avevano fatto detonare bombe a forma di condom nelle chiese, bambole gonfiabili col burka cariche di esplosivo facevano saltare le moschee, valigie-bomba smarrite dentro gli aeroporti, enormi pillole contraccettive cariche di tritolo esplodevano in consultori un tempo colonizzati da CL, e nei musei in ricordo dell' 11 settembre si lasciavano biglietti in cui si raccomandava al personale ebreo di stare alla larga dal museo nei prossimi giorni.

Nonostante l' inferno divampasse, l' umore della nuova umanità non ne risentì. Nessuno sembrava terrorizzato, se ne stavano tutti col loro sorriso sereno, inattaccabile e forte.
Così gli autori satirici, i liberi pensatori, sfiancati e demotivati rinunciarono alla guerriglia per difendere il libero arbitrio e il diritto alla sofferenza.
Erano stati sconfitti.
Volevano capire, dovevano sapere, così decisero di rinunciare alla libertà per la verità.

Gli ultimi pochi stoici resistenti rimasti si recarono ai distributori automatici di verità che fino a poco tempo fa avevano irriso nei loro pamphlet.
E finalmente scoprirono come la nuova umanità avesse trovato la serenità.
L' uomo nuovo era sereno perchè era cosciente di essere irreale. Niente esisteva. Tutto era frutto di un racconto di uno di loro.
Gli autori satirici lo trovarono. Era lì che scriveva al portatile, e gli chiesero di smettere.

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