Escort e buoi...
Si preannunciano tempi duri per le escort italiche.
La Lega, ormai lanciata in una dilagante campagna di proposte provocatorie, ha infatti deciso di estendere al mestiere più antico del mondo i paletti linguistico-culturali già pensati per la selezione del corpo insegnante a livello regionale.
Nello specifico, allo scopo di poter esercitare liberamente, le meretrici nazionalpopolari dovranno:
- comprendere correttamente l’idioma del consumatore occasionale e non scambiare quindi per grezzo dialetto veneto un innocente invito del tipo “Ti aspetto nel lettone di Putin”;
- preparare piatti tipici, del genere risotto alla Topolanek, che il cliente provvederà poi a spalmare sul corpo della provetta cuoca;
- dotarsi dei costumi del posto nel caso l’avventore si ecciti alla vista di una divisa da stalliere o si rifugi sotto le lenzuola di fronte a una toga rossa;
- conoscere e non stupirsi degli usi locali come permettere a una terza persona, specialmente se avvocato e parlamentare, di assistere all’amplesso e controbattere in presenza di mugolii sovversivi;
- apprendere la mentalità indigena così da non meravigliarsi in presenza di improvvise scenate di gelosia di amanti bolsi e pallidi che se ne escono dall’armadio declamando una poesia di addio con il cranio madido di sudore.
In seguito all’accusa di aver predisposto l’ennesima legge ad personam, i promotori dell’iniziativa hanno replicato che una simile disposizione non si riferirebbe a nessuno in particolare ma garantirebbe la tutela di tutti gli utilizzatori finali.
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