Esclusivo: i verbali delle perquisizioni alla sinistra pugliese
In data odierna il verbalizzante appuntato Michele T., unitamente al maresciallo Nicola A. e all’appuntato Enzo B., riceveva mandato dal pubblico ministero Desirée Digeronimo di acquisire i bilanci dei partiti politici di sinistra costituenti la maggioranza di governo della Regione Puglia, nonché ogni altra documentazione utile ad accertare la natura dei finanziamenti ai suddetti partiti.
All’uopo ci recavamo prima presso la sede regionale del Partito Democratico. Giunti in via Re David, udivamo urla concitate provenire da un piano nonché oggetti di cancelleria scaraventati fuori da una finestra. Introdottici nella sede del PD prendevamo atto che erano in corso violenti litigi per l’attribuzione di incarichi ed in particolare di quello di segretario regionale, tuttavia il nostro compito si limitava ad acquietare gli astanti non riscontrandosi azioni perseguibili d’ufficio e non essendo il traffico di poltrone una fattispecie di reato.
Dopo aver acquisito i bilanci, venivamo richiamati sottovoce da un vicino, il quale lamentava che dall’appartamento adibito a sede del PD provenivano urla e rumori ad ogni ora del giorno e della notte e che tale situazione risultava ormai esasperante. Invitavamo il suddetto a rivolgersi ai Carabinieri di quartiere per quanto di competenza.
A quel punto ci recavamo presso la sede del Partito della Rifondazione Comunista, ma giunti sul posto ci veniva rappresentato che dopo la scissione di Sinistra e Libertà i bilanci li avevano presi gli esponenti del movimento presieduto da Nichi Vendola e che gli stessi avevano anche acquisito due matite, una stampante ed un quadro che sarebbero risultati spettanti al PRC.
Ci recavamo, pertanto, nella sede di Sinistra e Libertà, ma la segretaria riferiva che il partito era di recente costituzione e che avrebbe potuto produrre soltanto un bilancio preventivo dell’anno in corso. I bilanci oggetto dell’indagine avremmo dovuto acquisirli dal PRC.
Decidevamo di ritornare dal PRC e da una più attenta verifica risultava che effettivamente i bilanci da noi richiesti si trovavano in sede ma soltanto in forma parziale, ossia soltanto le pagine dispari. Le pagine pari dei bilanci 2005, 2006, 2007 e 2008 erano nella disponibilità del Partito dei Comunisti Italiani. Il segretario regionale ci chiedeva, inoltre, se avessimo recuperato da Sinistra e Libertà almeno le due matite.
Presso la sede regionale del PDCI era necessario forzare la serratura d’ingresso in quanto nessuno aveva risposto al campanello. In una stanza buia potevamo attenzionare un funzionario di partito in forte crisi depressiva che tra le lacrime ci metteva a parte dell’amarezza dilagante nel partito, privo di adeguata visibilità e preso per i fondelli ogni volta che occorre designare assessori. Dopo aver accompagnato da un medico il suddetto funzionario, ci mettevamo alla ricerca delle pagine pari dei bilanci. Mancavano le pagine pari del bilancio 2007 perché – ci aveva riferito il funzionario – le aveva prese in prestito il tesoriere di Sinistra Democratica.
All’indirizzo in cui si presumeva trovarsi la sede di SD il capocondomino ci informava che il partito non esisteva più in quanto confluito in Sinistra e Libertà. Tornavamo, pertanto, nella direzione di SL, ma il responsabile asseriva di non essersi neanche accorto dell’adesione di SD a SL e che comunque nessuno aveva certamente prodotto le pagine pari del bilancio 2007 da noi ricercate.
Riferivamo telefonicamente tale imprevisto al pm Desirée Digeronimo, la quale ne prendeva atto e ci rammentava di acquisire i bilanci dell’ultimo partito comunista rimasto.
Conclusa la telefonata, sorgeva una discussione tra lo scrivente e l’appuntato Enzo B.: lo scrivente verbalizzante asseriva che il partito comunista rimasto fosse il Partito Comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando; l’appuntato Enzo B. sosteneva trattarsi dei Comunisti-Sinistra Popolare recentemente costituito da Marco Rizzo. Essendo recentemente costituito, però, il partito C-SP non figurava neanche nelle Pagine Bianche e così preferivamo attenzionare il PCL, dove ci veniva comunicato che i bilanci sono un’espressione del capitalismo che loro pertanto rinnegavano.
Tornati in Procura dal magistrato competente, scoprivamo, però, che il pm non si riferiva né al PCL né ai C-SP, bensì al Partito Marxista Leninista Italiano.
Essendosi fatta notte, decidevamo di aggiornare le indagini all’indomani, previa consultazione del Televideo allo scopo di verificare eventuali ed ulteriori nascite, scissioni, fusioni, ecc. nei partiti comunisti italiani.
Bari, 30 luglio 2009
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