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pillola abortiva: il Vaticano chiede al governo ilritiro dal commercio

31 luglio 2009 - paolo de gregorio

-pillola abortiva: il Vaticano chiede al governo il ritiro dal commercio-
a cura di Paolo De Gregorio, 31 luglio 2009

Con inconsueta velocità il Vaticano continua a pisciare fuori dal vaso, e insiste ad intromettersi nelle decisioni amministrative e governative della nostra Repubblica. E’ ormai endemico questo vizio di impicciarsi di politica sostenendo che la Chiesa ha diritto di parlare.
Su questo punto vi è una contraddizione grande come una montagna in quanto nessuno vuole impedire ai preti di parlare, ma ciò è legittimo solo nelle sedi proprie, che sono le chiese, le loro scuole ed università, i loro immensi apparati radiofonici e televisivi, le innumerevoli opere da loro gestite, e quando parlano di scomunica a chi usa la pillola abortiva devono parlare alle coscienze dei loro fedeli (non ci sembra che gli manchino gli strumenti), e non agli uomini di governo, né ai medici del servizio sanitario.

Se la Chiesa continua ad ingerirsi nella politica,fuori dalle sue istituzioni,è necessario che accetti la presenza di contraddittorio durante le prediche, accetti volantinaggi sul sagrato delle chiese, accetti di ascoltare punti di vista laici nelle riunioni della CEI, accetti di offrire spazi di dibattito sulle sue radio e televisioni.

Intanto la TV di Stato tassativamente non dovrebbe dare spazio a nessuna confessione religiosa in ossequio al fatto che le religioni hanno poderose organizzazioni e devono parlare ai propri fedeli, ed è illegale il fatto che debbano contare su aiuti statali, facilitazioni fiscali, convenzioni ospedaliere, manutenzione delle chiese, ore di religione nelle scuole statali, crocefissi nei locali pubblici, presenza di preti e suore negli ospedali.
Risulta intollerabile per un cittadino laico sentirsi spacciare dai preti per “provvidenza divina” ciò che viene fatto con soldi pubblici, sottratti a servizi per i cittadini.
Le decine di miliardi che lo Stato tirò fuori per restaurare la terremotata basilica di Assisi, dimostrano che senza i soldi statali il Vaticano non riuscirebbe nemmeno a tenere in piedi le sue chiese. Se si affidasse veramente solo alla “Provvidenza” ci sarebbe da ridere.

Il ruolo della Chiesa in Italia è quello di avviare poveri e deficienti verso la rassegnazione e l’accettazione del potere delle classi dominanti e per questo è profondamente pagata.
Non ci sarà mai una vera opposizione politica finchè non saranno recisi alcuni nodi che impediscono il funzionamento della democrazia, visto che alle elezioni partecipa un grande partito, legato alle masse che storicamente appoggia la destra con il suo enorme apparato:

-abolire l’8 per mille
-abolire l’intervento statale nelle manutenzione di edifici religiosi in uso alla Chiesa
-abolire ogni dazione di denaro alle scuole cattoliche
-abolire ogni convenzione statale con strutture sanitarie riconducibili ad una gestione confessionale
-abolire l’ora di religione da sostituire con la storia delle religioni, che evidenzierebbe l’appoggio ai colonialisti, ai fascisti, ai regimi autoritari, ai feroci metodi delle varie Inquisizioni
-non dare informazioni religiose nella TV di Stato, poiché le religioni attengono alla sfera intima ed individuale e non devono essere legate alle vicende del potere politico.

Vi è una grande anomalia nella nostra Repubblica laica: esiste una entità potente, finanziata da denaro proveniente dalle tasse che dovrebbe essere destinato al benessere dei cittadini, che influenza in modo decisivo almeno un 30% dell’elettorato, che offre su un piatto d’argento alla destra capitalista e conservatrice alterando in modo significativo e decisivo i risultati elettorali.
Voglio ricordare un episodio famoso, solo perché avvenne in diretta televisiva, ma documenta benissimo questa anomalia: Berlusconi visita a Molino Silla la Comunità Incontro del molestatore sessuale Don Gelmini (rinviato a giudizio per questo reato). Il Cavaliere è regista ed interprete di uno spot elettorale, allunga al falso prete un personale assegno di 10 miliardi di vecchie lire, passando per un eroe che aiuta i tossici, e dall’altra parte riceve una promessa di aiuto elettorale che lo stesso Gelmini quantifica in tre milioni di voti che lui controlla direttamente. Il tutto in diretta televisiva.
Se questa vi sembra democrazia fatevi visitare alla Neuro!
Paolo De Gregorio

 

 

 

 

 

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