Piu' soldati, meno disabili: il nuovo welfare premia i piu' adatti alla sopravvivenza.
I soldi per le missioni militari arrivano presto e puntuali, quelli per le famiglie dei distrofici no. Ed e' giusto che sia cosi': in un mondo meritocratico e rampante non possiamo continuare con l'assistenzialismo sovietico e l'ipocrisia comunista che descrive gli handicappati uguali alle persone normali, i negri uguali agli italiani, i terroni uguali ai veneti, i sudditi uguali ai papi, e giu' finanziamenti a pioggia con le tasse dei sani e dei ricchi che arrivano nelle tasche dei poveri, dei distrofici e di chi non conta un cazzo. Troppo comodo cari miei, starsene in una carrozzina, in un quartiere ghetto o in cassa integrazione aspettando che lo stato ti riempia le tasche!
Ma c'e' chi ancora non capisce i meccanismi basilari di selezione naturale darwiniana del nuovo welfare "si salvi chi puo'". Come quel terrorista di Filippo Buccella, il presidente della cellula sovversiva "Parent Project" che dietro la facciata pulita di una Onlus nasconde le losche trame di un gruppo di genitori con figli affetti da Distrofia muscolare Duchenne e Becker, che partecipano addirittura a un network internazionale nato per diffondere le corrette procedure di terapia e per finanziare la ricerca scientifica.
L'egoismo di queste persone le fa concentrare sulle malattie dei figli propri fregandosene di quelle dei figli degli altri, e allora e' giusto che intervenga lo stato per fare un po' di giustizia meritocratica. Il nostro saggio e lungimirante ministero del Welfare, nella persona del pregiatissimo on. dott. lup. mann. Sacconi, ha negato a questa Onlus il versamento dei fondi stabiliti dalla legge 383/2000, che in teoria le spettavano dopo aver vinto un bando ministeriale nel gennaio 2008.
Ma in pratica cosa sono le leggi, i bandi e i decreti ministeriali di fronte alla suprema giustizia divina che ha premiato i sani e robusti soldati dell'esercito e ha punito gli handicappati con la distrofia? E allora facciamo appello alla nostra coscienza e al nostro senso dello stato, diamo piu' soldi alle truppe in Afghanistan e chiudiamo i rubinetti per le associazioni.
Se il nostro motto e' "Dio, Patria e Famiglia", per vincere ne bastano due su tre: Dio e' dalla nostra parte (tanto non puo' smentire) la patria siamo noi e delle famiglie chi se ne frega.
Ma subito cominciano i piagnistei disfattisti, con una lettera aperta dove Buccella scrive che: "l’associazione Parent Project Onlus dal prossimo 1 settembre è costretta a chiudere perché non avremo più risorse sufficienti a garantire il pagamento dei nostri collaboratori e a proseguire il normale svolgimento di tutte le nostre attività di sostegno dedicate alle famiglie".
Se questi genitori si lamentano e' solo perche' sono talmente focalizzati sul loro problema da perdere la visione d'insieme. E' inutile insistere in un business fallimentare e attaccarsi alla mammella dello stato se i soldi non arrivano: cambiate target e ragione sociale, differenziate le attivita', prendete qualche volontaria carina, gettatela in pasto a gambe aperte da Emilio Fede, Bondi e gli altri eunuchi dell'harem di papi, in cambio chiedete un po' di passerella sulla "Fabbrica del Sorriso" delle reti Mediaset, aprite un centro di ascolto per i genitori dei ragazzi che rientrano con stress traumatici dalle missioni armate di pace eterna, lasciate perdere i disabili che non sono piu' di moda e vedrete che i quattrini riprenderanno a girare. Un po' di ottimismo, cribbio!
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