Diario aquilano /2
L'Aquila, 6 luglio 2009, 22:51
Eppure, il G8 ci sarà. E bisognerebbe riflettere, all'alba dell'evento che sta per approdare in tutta la sua ingombranza a L'Aquila, sull'effettiva utilità di questa straordinaria manifestazione, frutto di una logica e di una dialettica politica che puntano l'accento sulla globalità che alcuni fra i più importanti esponenti del G8 stesso poi negano inopinatamente con la loro politica interna.
Bisognerebbe poi riflettere su quanto una riunione dei "grandi" del pianeta in pompa magna sia anacronistica, nell'era della comunicazione globalizzata.
A maggior ragione, bisognerebbe riflettere su quanto possa essere utile un G8 a L'Aquila, una città dove è diventato "normalità" quel che fino a poco tempo fa si sarebbbe considerato inconcepibile e fantascientifico.
Per tastare il polso della situazione è necessario, come al solito, parlare con la gente. E si rimarrà sorpresi nello scoprire che, anche qui come al solito, la cosiddetta opinione pubblica è spezzata in due (non abbiamo i numeri per definire questa divisione statisticamente).
Prima di citare i favorevoli, premetterò, per correttezza, che mi colloco fra i contrari. La signora Daniela, ospite in un albergo, ci dice che secondo lei il G8 è una bella occasione per L'Aquila, perché la renderà visibile a tutto il mondo. Andrea, che vive in uno degli oltre cento campi di tende (il numero è lasciato volutamente imprecisato, visto che alcuni dei campi chiusi sono stati riaperti dopo la recente scossa del 3 luglio), le fa eco.
(continua a leggere tutto l'articolo e commenta)
Se vuoi sostenere questo sito, Richiedi uno dei nostri libri e combatti con noi il degrado culturale.