E la satira rinasce On Line
Da fine gennaio l’Italia non ha più un giornale satirico a tiratura nazionale. Di sicuro non è il principale problema di questo Paese. Ma è un fatto che può far riflettere. Potrebbe essere il segnale di una società che non sa più sorridere sui potenti. Una componente del carattere nazionale che esiste da millenni e che sembra venire meno proprio quando i mezzi di comunicazione stanno conoscendo la massima diffusione e varietà. E se invece la satira su carta – vessata dalle leggi di mercato e dalla censura - stesse soltanto anticipando un fenomeno che investe i media tradizionali: la migrazione on line?
Sul piano storico, la conferma che la satira non è mai morta è arrivata dalla mostra tenuta lo scorso mese di ottobre alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma: “L’altra storia 1848-1948. Un secolo di stampa satirica italiana. Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana”. Impressionante il numero delle pubblicazioni satiriche nel periodo preso in considerazione: 55 solo nel 1848, tra cui L’Arlecchino di Napoli (il più antico d’Italia) e Il Fischietto di Torino, ispirato da Cavour. Già nel 1861 si arriva a quota 70 e addirittura 450 tra il 1862 e 1915. Per scendere a 200 dal 1919 al 1948.
Persino sotto il fascismo, dunque, si potevano trovare in edicola giornali umoristici, pubblicazioni dove si cimentavano autori come Federico Fellini (sul Marc’Aurelio) o Giovannino Guareschi (il Bertoldo). Certo non è che facessero apertamente satira politica, ma erano divertenti. E chi ha vissuto in quegli anni difficili li ricorda ancora con affetto.
Dalle macerie del Bertoldo e della guerra nasceva nel 1945 (per chiudere nel 1961) il settimanale satirico Candido, diretto da Guareschi e frequentato da autori come Indro Montanelli, Leo Longanesi, Walter Molino e Oreste Del Buono. Proprio quest’ultimo, dal 1972 all’81 sarà il direttore di Linus, il mensile nato nel 1965 e tutt’ora in edicola e in Rete (con un blog). Un periodo di grande fermento satirico, gli anni ’70. Compare Giorgio Forattini e sul finire del decennio (1977-1982) inizia la breve ma intensa e spassosa stagione de Il Male, con Angese, Vincino, Vauro, Jacopo Fo e Cinzia Leone, tra gli altri.
Gli anni ’80 sono dominati da Forattini e con la Repubblica la vignetta satirica conquista la prima pagina dei quotidiani. Nel 1989 Michele Serra inventa Cuore, prima come inserto de L’Unità e poi, dal ’91, come pubblicazione autonoma che chiude i battenti nel 1996. Ma il lento declino della stampa satirica è già iniziato. Gli ultimi due episodi riguardano Paparazzin, l’inserto di Liberazione ritirato a fine 2008 ed Emme, le pagine satiriche de L’Unità chiuse quest’anno a fine gennaio. Dove sono finiti i veterani della satira e i giovani vignettisti rampanti? Sul Web.
Simbolo attuale della transizione è proprio Paparazzin, dalle cui ceneri è nato da poco in Rete MAMMA!, con un sottotitolo che è tutto un programma: “Se ci leggi è giornalismo, se ci quereli è satira”. Sia loro che tutti gli altri incontrati su Internet potete giudicarli da soli. Perché alla fine a decretare il successo o il tramonto del “satiro” è sempre e soltanto il pubblico.
http://www.scomunicazione.it/m/index.html
http://maurobiani.splinder.com/
http://ilquotidianodellasatira.blogspot.com/
Infine, l’autoironia del ministro Brunetta:
http://www.innovazionepa.it/concorso_vignette/
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