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Abruzzo?!

31 maggio 2009 - PV

...questa sarà attuale ancora per qualche anno (aimè)...

L’onda sismica si propaga attraverso il globo terrestre ed è generata da un movimento tellurico. L’onda mediatica si propaga attraverso il globo network ed è generata da un movimento telepropagandistico.
Da un punto di vista scientifico, i due fenomeni sono legati tra loro secondo una legge di proporzionalità diretta. Cioè, quando una grandezza di misura x (onda mediatica) varia linearmente al variare di un'altra grandezza di misura y (onda sismica).
Il 6 aprile 2009, le notizie di un qualsiasi tg: "Questa notte, alle 3,32, si è verificato un forte terremoto di intensità 5,8 della Scala Richter, con epicentro L'Aquila. Ci sono stati molti crolli di edifici, decine di morti... Vi terremo costantemente aggiornati".
E contemporaneamente: "Il Presidente del Consiglio ha deciso di rinunciare al viaggio in Russia, per potersi recare sui luoghi del disastro, al fine di rendersi conto di persona dell'entità dei danni. Berlusconi ha assicurato che nessuno verrà lasciato solo...".
Così, di pari passo allo sciame sismico del sottosuolo, si è successo lo sciame mediatico del palcoscenico di terra: manifestazioni di solidarietà e cordoglio, i viaggi del premier e dei politici, le rassicurazioni di Bertolaso, l’avveniristica “new town” a tempi di record, il fantastico G8, e via mediatizzando.
Oggi, a quasi due mesi di distanza dal disastroso evento, del terremoto non si parla più… o solo sporadicamente. Finite le scosse, finita la notizia. Del resto, un meschino terremoto doveva far largo a ben più appetitosi “fatti”, tipo l’inciucio del Papi.
Nessuno dice che i soldi per la ricostruzione non ci sono, che l’organizzazione fa acqua da tutte le parti, che sarà un’impresa titanica di decenni ricostruire L’Aquila, che le Poste Italiane hanno ridotto l’apertura degli sportelli di Goriano Sicoli, impedendo alla popolazione di ricevere gli aiuti economici etc. etc.
Pare che questo terremoto sarà il “più povero” di tutta la storia d’Italia.
È opportuno dimenticarsene il più in fretta possibile. Già, nessuno verrà lasciato solo...

ANT.

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