Gli "zingari" del calcio e gli autogol de "Il Giornale"
Sembrava un inocuo redazionale sportivo, ma si e' trasformato nella miccia che ha fatto esplodere una guerra mediatica. Il 21 maggio "Il Giornale" celebra la vittoria europea dello Shaktar Donetsk scrivendo che "Mircea Lucescu, 64enne zingaro romeno della panca, porta a casa la coppa Uefa".
La squadra e' ucraina, Lucescu non e' zingaro, ma che c'e' di male a chiamare zingaro un romeno, anche se si tratta di un allenatore sportivo che non suona il violino e non ruba bambini?
Lo spiega l'ambasciata di Romania in Italia, con una dura lettera indirizzata alla redazione di Mario Giordano, dove l'ambasciatore "esprime la sua indignazione", per la scelta di "presentare il risultato di una partita di calcio in termini razziali e con tendenze xenofobe".
Ce n'e' abbastanza per farci i titoli di testa di quotidiani e TG, ma nel nostro paese "mediaticamente anormale" queste piccolezze non fanno audience: l'unica reazione rimane quella del popolo della rete, che risponde alla provocazione razzista del "Giornale" con una "guerra di parole" su Wikipedia.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, Grazie all'intervento di una mano anonima, sull'edizione inglese della piu' famosa enciclopedia di internet tutti i direttori del "Giornale" diventano "zingari", dallo "zingaro Indro Montanelli" fino allo "zingaro Mario Giordano".
Questo "vandalismo" telematico lascia dietro di se' come unica firma l'indirizzo internet 79.113.247.94, che il servizio di tracciatura whatismyipaddress.com fa risalire alla citta' romena di Arad e al provider "Romania Data Systems"
Non possiamo essere sicuri al 100% che il vandalismo su Wikipedia sia la diretta conseguenza del vandalismo con cui "Il Giornale" ha devastato le regole del buon giornalismo perfino nelle pagine sportive, e sinceramente c'e' da augurarsi che la concomitanza dei due eventi sia solo una coincidenza.
Ma se cosi' non fosse, questo episodio dimostrerebbe chiaramente che i panni sporchi dei giornali italiani si lavano sempre meno in famiglia, e che i "media dell'odio" sono capaci di scatenare reazioni anche al di fuori dei confini della nostra "piccola nazione di provincia", con conseguenze che nessuno puo' ancora immaginare.
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