Caro Luttazzi, occhio ai "palestrati" del tuo sito
Daniele Luttazzi ha aperto una rubrica sul suo sito "La Palestra" dove far esercitare gli aspiranti autori satirici a scrivere battute, consigliando di prendere il titolo di un giornale per poi costruire il meccanismo comico.
E' un approccio che non condivido e gli ho scritto una mail:
Caro Daniele
Sono un autore satirico (bravo o meno conta poco)
Non credo che il modo migliore per avvicinare i giovani alla satira sia farli esercitare con i titoli dei giornali.
E'un approccio superficiale e il fascismo culturale imperante in questo paese si nutre di superficialità.
I giornali vanno letti, capiti ove possibile e poi dalla riflessione nasce la battuta.
Nella satira il ragionamento e la logica sono le vere fondamenta e la compulsività nello scrivere e l'ambizione a vedere il proprio nome pubblicato non aiutano.
La satira nasce dalla frequentazione degli abissi, dall'accettazione delle proprie perversioni, dall'esorcizzazione del dolore, etc.
In questo modo si rischia di ridurre la satira a un meccanico esercizio di stile.
Ritengo che un buon modo sarebbe invitare a leggere un libro e al termine della lettura riassumere in una battuta l'idea più brillante.
Si potrebbe consigliare di infilare in una battuta il dramma più grande della propria esistenza (nella satira è fondamentale riferirsi a cose che si conoscono bene)
Temo che la maggior parte di battute inviate a te (o al sito spinoza.it) siano realizzate da persone interessate a vedere il proprio nome pubblicato per un puro piacere narcisistico.
Hai egregiamente spiegato perchè la satira non deve cedere alle lusinghe del potere (il cosa e il come su Grillo) e anche se ti sembrerà folle in un'epoca devastata dall'apparenza anche vedere il proprio nome sul sito di luttazzi rientra in quella logica.
La tua è sicuramente un'iniziativa a fin di bene, ma non mi piace
Carlin e Hicks non avrebbero approvato.
Me lo hanno detto prima di morire.
Saluti
p.s.
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