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Dopo il terremoto è tutto chiaro: gli autisti del Paese non hanno la patente, e sono pure ubriachi

Il lavoro di demolizione è solo all'inizio: mano al piccone!

Non va bene lasciare le cose a metà. Il sisma ci ha dato una mano, ma ora tocca a noi buttare giù tutte le palazzine abusive e le seconde case condonate, costruite con sabbia e sputo, piazzate in riva al mare o su un crepaccio montano.
6 aprile 2009 - Ulisse Acquaviva

Di fronte al terremoto che ha colpito l'Italia molti sono addolorati, noi siamo incazzati. Ce l'abbiamo con chi specula sulla pelle degli altri, e costruisce case al risparmio sfruttando i migranti come carne da macello dell'edilizia per costruire muri impastando sangue, sabbia e lacrime senza nemmeno un grammo di cemento. Ce l'abbiamo con i furbetti che si sono fatti la casa a colpi di condoni e sanatorie, e chi se ne fotte se e' antisismica tanto figurati se la scossa arriva proprio qui. Ce l'abbiamo con l'ipocrisia di chi sostiene a colpi di messaggini solidali la ricerca scientifica per le malattie e se ne fotte se nel frattempo lo stato manda a puttane la ricerca geologica e la protezione civile. Ce l'abbiamo con tutti i patriottardi talmente gonfi di orgoglio nazionale da volerlo esportare all'estero, e poco importa se poi i soldi non bastano per proteggere gli italiani dalle loro stesse case costruite alla cazzo. Ce l'abbiamo con i piani regolatori fatti su misura per gli amici dei potenti, e qui ti metto lo svincolo, qui la fermata del metro, e su questo terreno agricolo domani ci facciamo una bella piccionaia per trecento famiglie.

Ma soprattutto siamo incazzati con noi stessi per esserci lasciati imbonire e distrarre dai teatrini internazionali di questo ex-palazzinaro nano, che dopo aver spacciato case a Milano 2 ora cerca di rifilarci un paese pericolante come se fosse in ottime condizioni, basta un ponte sullo stretto ed e' tutto magnifico. Vero dottor Vespa?

Per fortuna la nostra gente si dimostra sempre migliore di chi la governa. Al momento del bisogno anche i fancazzisti piu' egoisti si trasformano in formichine laboriose pronte a gettarsi tra le macerie e nel fango. Cattopadani che sputavano in faccia ai migranti si sono svenati per donare ettolitri di sangue ai terremotati, ecchissenefrega se poi si mischia col sangue impuro di musulmani, atei, romeni, omosessuali e noglobal. Famiglie stordite dai sofficini e avvelenate dall'egoismo dei telequiz spediscono generi alimentari a chi non ha piu' una casa dove fare puzza di fritto.

Noi sappiamo che il cuore grande degli italiani puo' fare anche di piu', e gia' ci stiamo armando di piccone per dedicare le nostre braccia a demolizioni strategiche nei grandi centri cittadini e nelle localita' balneari e turistiche.

Quando saranno rase al suolo tutte le case abusive, condonate, costruite alle pendici dei vulcani, su terreni franati o franabili, in zone a rischio esondazione o prive di garanzie antisismiche, allora anche noi potremo ridere in faccia ai terremoti come fanno i giapponesi, e concentrarci sulle morti bianche nei cantieri, le vittime del traffico stradale e tutte le altre stragi invisibili dettate come sempre dalla deterministica coglioneria dell'uomo, e non dal fato, dalla natura o da fenomeni non prevedibili, come qualcuno vorrebbe farci credere. Anche le malattie non sono prevedibili, cari miei, ma questa non e' una buona ragione per non prevenirle o per mandare a puttane il sistema sanitario.

Attenti palazzinari! Attenti assessori corrotti con la villetta al mare! Attenti avvoltoi che volteggiate attorno al business della ricostruzione! Attenti voi che da destra e sinistra avete mandato a puttane l'Italia con una politica edilizia miope e criminale. Su di voi risuonano le parole dell'evangelista: "Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata". E quando Dio si incazza, non c'e' condono che tenga.

 

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