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Violentissimo scontro tra bande con furto d'identità

Due ronde si menano di brutto: ma è tutto un malinteso

Una ronda padana incontra una ronda di calabresi abbronzati in trasferta. Ed è subito rissa.
22 febbraio 2009 - Ulisse Acquaviva

Vignetta di Mauro Biani

Altro che squadracce fasciste: le ronde italiche sono solo una banda disorganizzata di cialtroni. Non hanno una struttura militare gerarchica (senno' poi la sinistra urla al colpo di stato) e non possono usare armi da fuoco (senno' poi le piazze si riempiono di radical chic). Rimane solo tanto spontaneismo e improvvisazione, che mettono a rischio l'ambizioso progetto sicurezza del governo. E quando si improvvisa puo' succedere di tutto. Come a Cenate di sopra, l'enclave leghista nel cuore della Brianza dove si e' consumato l'epico scontro tra ronde padane e ronde terrone. Per il biondo dei capelli e il pallore atavico dei cenatici, i calabresi pensavano di avere a che fare con un gruppo di albanesi albini, impressione confermata dall'incomprensibile linguaggio gutturale utilizzato dai padani. Sull'altro versante, gli eroici rondaroli nordici, ascoltando espressioni come "t'azzippu unu chi ti fazzu crisciri i banani ntrà u culu" hanno scatenato una tempesta di ceffoni su quelli che avevano scambiato per un gruppo di magrebini. In mezzo alla confusione, un gruppo multietnico di migranti romeni, sardi e statunitensi ha approfittato della confusione per rubare tutti i documenti ai rondinotti, che ora sono in un CPT in attesa di accertamenti.

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