Lasciare l'Einaudi non è un tabù. Chi sente di avere ragioni per farlo lo faccia. Ma è una scelta da valutare in modo laico, come dovrebbe essere per tutte le scelte. Invece le polemiche dei boicotto-feticisti la stanno trasformando nella Scelta che divide il mondo tra Buoni e Cattivi. Negli ultimi anni alcuni autori italiani (mi viene in mente Giorgio Agamben) hanno lasciato l'Einaudi, e lo hanno fatto per i loro buoni motivi, laddove "buoni" non esiste senza "loro" (e viceversa).
[Traduzione: se qualche autore ha la coscienza più sensibile della nostra, che se ne vada pure da Mondadori. Noi però in coscienza stiamo comodi così, e non vedo perché dobbiamo giudicare le nostre azioni in base alla coscienza degli altri e non alla nostra.]